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Brandon Tanaka Musoni

Brandon Tanaka Musoni

La mia pratica artistica è uno specchio delle mie esperienze, un diario visivo delle mie interazioni con il mondo. Attraverso animazione, scultura e pittura catturo e conservo momenti effimeri, trasformandoli in un racconto al tempo stesso personale ed evocativo. Ogni opera è un frammento della mia memoria, un pensiero cristallizzato nel tempo.
 
Il mio percorso artistico è iniziato sotto l’influenza di mio fratello, che si stava facendo strada nella scena artistica dello Zimbabwe. Ispirato dalle sue esplorazioni, ho cominciato a dipingere e ho trovato conforto nella rappresentazione realistica dei soggetti. Col tempo mi sono avvicinato all’arte astratta a linee, in cui potevo costruire un mondo tutto mio.
Traendo ispirazione dalle celebri sculture in pietra zimbabwesi raffiguranti volti, ho integrato questi elementi nel mio lavoro, raccontando storie che intrecciano il mio patrimonio artistico con temi contemporanei.
 
Vorrei partecipare alla mostra virtuale DIGI HELICON perché rappresenta uno sguardo sul futuro, essendo una piattaforma digitale, e perché in questo momento della mia crescita personale e artistica desidero aprire conversazioni sull’inclusione sociale.

Theatrics Of A Soon To Be Mother
La teatralità di una futura madre è una riflessione sulle emozioni grezze, amplificate e spesso surreali che accompagnano la gravidanza.
Ho voluto rappresentare non solo la trasformazione fisica, ma anche la performance mentale ed emotiva che caratterizza questa esperienza — da qui il termine “teatralità” nel titolo.
 
La figura è distorta, allungata, espressiva, perché la gravidanza è essa stessa uno stato quasi irreale. Il corpo cambia in modi che sembrano allo stesso tempo naturali e alieni, e le emozioni oscillano tra gioia, stanchezza, attesa e vulnerabilità.
Gli arti esagerati e la posa drammatica riflettono il peso del portare una nuova vita, ma anche la forza e la grazia necessarie per attraversare questo processo.
 
Il viso è volutamente asimmetrico — un occhio stanco, l’altro penetrante, le labbra marcate come se fossero colte a metà di un’espressione. C’è qualcosa di performativo nel suo sguardo: come se stesse al tempo stesso abbracciando e mettendo in discussione il ruolo che le è stato attribuito.
Il cielo alle sue spalle, dipinto con pennellate ampie e mosse, rappresenta l’incertezza e l’immensità di ciò che l’aspetta.
 
Ho usato toni caldi e terrosi per sottolineare il corpo come qualcosa di organico, potente, profondamente connesso alla natura; i blu freddi del cielo creano un contrasto che suggerisce pace ma anche ignoto.
Quest’opera non parla solo di gravidanza: parla di trasformazione, resilienza ed emozioni che vivono appena sotto la superficie.
 
Essendo un uomo, posso solo immaginare come ci si senta. Questo dipinto è la mia esplorazione di cosa significhi essere al tempo stesso creatore e contenitore, abitare un corpo che non è più solo tuo, ed entrare in un ruolo che è profondamente personale, ma anche universalmente riconosciuto.